Come riconoscere un esemplare maschio di Cannabis Sativa

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Questo è un esemplare maschio di Cannabis Sativa, che com’è noto è una pianta dioica.
In natura i maschi di questa specie sono in numero inferiore rispetto alle femmine: mediamente sono in proporzioni che vanno dal 20% al 35%, sul totale delle piante.
Possono fiorire anche un mese dopo la germinazione. Solitamente in pieno campo iniziano a maturare già a giugno (anche prima se hanno subito degli stress) e continuare a maturare sino ad estate inoltrata.
In commercio, da decenni, esistono invece semi femminilizzati (SCOPR DI PIU’), ossia che danno origine a piante sicuramente femmine. Questo al fine di ottenere fiori non impollinati, e quindi privi di seme (sinsemilla).
Per questo motivo molti consumatori e coltivatori amatoriali di cannabis non hanno mai visto un maschio.
Nella produzione di cannabis light a partire da semi regolari (non femminilizzati) è invece fondamentale saper riconoscere i maschi, per estirparli prima che maturino e fecondino le femmine. Questo permette di ottenere fiori sinsemilla.
Nella produzione di semi alimentari di canapa, i maschi sono invece indispensabili; e lo sono anche quando si vogliono creare incroci tra genetiche.WhatsApp Image 2020-04-03 at 17.48.20.jpeg

I maschi si distinguono solo dopo la comparsa dei caratteristici fiori.
All’inizio della fioritura potreste essere ingannati perché i fiori del maschio e quelli della femmina sono molto simili.
I fiori maschili si sviluppano velocemente, diventando sempre più tondeggianti, al contrario di quelli femminili che iniziano a produrre peli bianchi.

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Iniziano a formassi dei grumi composti da piccole strutture ovoidali di diverse dimensioni.WhatsApp Image 2020-04-03 at 17.50.38.jpeg

Nello stadio successivo è visibilissimo il fiore maschio, ma è ancora chiuso: fino a questo momento non c’è stata impollinazione. Ma il fiore matura presto: le cose possono cambiare nell’arco di poche ore.

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I singoli fiori maschi crescono, maturano, sbocciano e si degradano di continuo sino alla morte dell’esemplare.
Quello che vedete in quest’ultima foto è un fiore aperto che, agitato, ha rilasciato il polline che conteneva; molto visibile in contrasto con lo schermo scuro dello smartphone.

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Quella polvere giallastra e sottilissima può essere trasportata dal vento e viaggiare per chilometri. Questo potrebbe comportare incroci tra le piante industriali legalmente coltivate, e cannabis illegale, il cui polline proviene da chissà dove. Per questo motivo nelle coltivazioni industriali non è consentito usare semi auto prodotti da colture precedenti, se non in via sperimentale e in compartecipazione con enti di ricerca.

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Per il contributo si ringrazia il Dott. Giuseppe Nicosia, tra i principali esperti di cannabis, collaboratore dell’azienda Etnaponica.

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